Avete presente quando guardate il profilo di una donna?iniziamo dagli occhi, scendiamo sul naso poi la bocca il collo, il decoltè, il seno poi i fianchi e le gambe.
Sinuose le curve si alternano tra morbidezza, colori, porosità e leggere imperfezioni che sommate creano e regalano capolavori.
Ecco cosa sono le Langhe: territorio incandescente di idee e contadini, lussureggiante e sinuoso dove i vigneti da centinaia di anni osservano non silenziosi la storia degli uomini, sperando, tramutandosi in vino, di impreziosirla.
Tra le decine di borghi dalle strade strette, dalle piazze con slarghi improvvisi e culmini da cui scorgi la piccola chiesa e il castello sovrastante ne sono colorate moltissime colline.
Nel cuore pulsante delle terre del Barolo, sull’arteria che da Monforte d’Alba passa dalla località di Sant Eligio, arriviamo a Castelletto ed in fine al borgo di Perno dove svetta lo stupendo Castello.
Oggi il Castello è sede tra le altre attività culturali della Cantina omonima, dove un tempo la Casa editrice Einaudi spingeva le carriere artistiche e letterarie di grandissimi scrittori, tra cui Primo Levi, oggi vini di grandissima caratura vengono prodotti nelle sue cantine.
Di proprietà di Gregorio Gitti, il Castello di Perno intende ancora oggi essere il punto di riferimento della qualità che sia essa letteraria, artistica ed enologica.
Da uve Nebbiolo 100% vengono prodotti un Nebbiolo doc e due grandi Barolo (il BAROLO DOCG ed un suo cru il CASTELLETTO).
Vini dal grande impatto empatico, di razionale vocazione col territorio e fedeli all’inclinazione delle uve da cui provengono, i vini prodotti dal Castello di Perno oltre ai base Nebbiolo sono cinque.

Adorabile in tutte le sue sfumature è la NASCETTA DOC probabilmente il vino più semplice prodotto da quest’azienda ma quello più vivace e ricco di sfumature. Colore paglierino molto vivace già al naso ti strega ed ammalia con inebrianti profumi di erba appena tagliata, fiori di zagara e miele di acacia.
In bocca è suadente, caldo e quadrato con un ottimo corpo e un’acidità metallica gustosa e accattivante.
Vino dal grande futuro, uva che in mani sapienti può regalare scenari borgognoni come il “cugino” Timorasso.
Fidiamoci delle uve bianche del Piemonte perché il “Barolo bianco” può celarsi dietro ad angoli inesplorati.

Vino altrettanto vocato e di viva espressione piemontese è la (e ripeto LA al femminile) BARBERA D’ASTI DOCG. Quando si ha voglia di bere una Barbera, soprattutto d’Asti, è come se dal nostro cuore nascesse un’esigenza, una tensione dell’animo.
La Barbera da sempre riporta alla quotidiana ricetta del benessere, quello che parte dalla mente, passa per il cuore e arriva al nostro corpo.
Calore intenso di un porpora cupo, gusto pieno e avvolgente, carezzevole per il palato con le sue note di frutta nera e spezie meravigliose.
Fresca e accattivante con la sua acidità che spicca in ogni sorso.
Vino che dalla terra, dall’uomo porta alla calma al raccoglimento dell’attimo.

Fidato e che non tradisce mai le aspettative è il DOLCETTO D’ALBA D.O.C. . Vino troppo spesso lasciato da parte nelle menzioni piemontesi ma che di grazia andrebbe annoverato tra le migliori espressioni del Piemonte quale filo conduttore tra il carattere dei produttori e i vini prodotti.
Il Dolcetto del Castello di Perno ha un colore che denota freschezza e bevibilità al primo sguardo. Rosso rubino con riflessi viola molto vivaci ha profumi di frutta rossa fresca, leggere spezie e un leggero erbaceo che accoppiato alla sua acidità spiccata ne fanno un vino poliedrico, di grande accostamento con la cucina piemontese.

Molto interessante l’ultimo vino della cantina che ho avuto la fortuna di assaggiare, il NIZZA D. O. C.G. Barbera 100% di grande struttura e compostezza. Da una Barbera affinata in legno, forse, mi aspettavo una persistenza e una finezza maggiore ma d’altro canto la sua intensità olfattiva e il forte impatto alcolico danno rilievo al vino solo dopo anni di affinamento in bottiglia, fattore immensamente importante per vini rossi simili che sprigionano con la microssigenazione tutta la loro complessità ed eleganza. Vino sicuramente da riassaggiare per apprezzarne meglio le complessità nascoste.
Grazie a cinque bottiglie di vino, la Cantina del Castello di Perno è stata capace di trasportarmi col cuore e col pensiero lungo le strade delle Langhe. Vini spiccatamente realistici, quadrati come lo sono i piemontesi, rudi ma immediatamente accoglienti, eleganti ma col fango sotto gli stivali.
Ringrazio la Famiglia Pellegrini nel figura di Emanuele che mi ha dato la possibilità di assaggiare i vini del Castello di Perno.
A. P.